“Noi siamo golosi di soldi, ma loro di più. Loro sono malati”

Nell’ordinanza firmata dal Gip Luca Milani a seguito dell’indagine svolta dai carabinieri di Piacenza viene evidenziato come “l’espansione dell’impero di Nunzio Susino nel territorio di Piacenza sia stata in pochi anni dilagante”. Per gli inquirenti l’imprenditore, originario di Gela, utilizza sempre lo stesso schema: avvicinare personaggi di elevata caratura politica, per poter mettere “le mani su Piacenza”.

Parte dell’indagine si è concentrata sui rapporti tra l’imprenditore e il parlamentare di FdI Tommaso Foti, per “puntare all’assegnazione in forma fraudolenta di gare d’appalto di rilevanza sempre maggiore, all’interno del Comune di Piacenza e non solo”. Nei confronti del parlamentare, nei confronti del quale non risultano essere state emesse misure cautelari, la Procura chiederà alla Camera l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni che lo riguardano, ma secondo quando emerge dalle indagini la frequentazione tra Foti e Susino non può ridursi “in una pura millanteria” di quest’ultimo.

Due in particolare sono le vicende che li vedono protagonisti: la prima riguarda la pratica del parcheggio – autosilo di via Genova, della società “Via Genova 3 Srl”, che vede tra i soci proprio Susino. Nel maggio 2019 l’imprenditore avrebbe consegnato 3mila euro a Foti, per agevolare la stipula di una convenzione con il Comune di Piacenza per l’utilizzo dell’autosilo, forte del rapporto del parlamentare con l’assessore all’urbanistica Erika Opizzi (“ce l’ha in mano lui, la Opizzi. Le spiega lui cosa deve scrivere. Noi siamo golosi di soldi, ma loro di più. Se noi siamo golosi, loro sono malati” dice Susino in un’intercettazione). Non solo: secondo quanto si legge nelle carte, Foti “sfruttando la relazione di cointeressenza politica esistente con la Opizzi, indebitamente si faceva promettere da Susino il pagamento di somme di denaro, per se stesso o per il partito Fratelli d’Italia, anche quale finanziamento della successiva campagna elettorale, quale prezzo della propria mediazione illecita verso la Opizzi e i funzionari dell’assessorato all’Urbanistica, affinché il Comune di Piacenza disponesse il mutamento di destinazione d’uso, da agricola ed edificabile, di alcuni terreni in località La Verza, di proprietà della famiglia Labati, agendo in concorso con Carlo Labati“, responsabile dell’ufficio tecnico di Ferriere, al momento agli arresti domiciliari.

Susino riferisce proprio a Labati, nel novembre 2019, di un incontro con Foti nella sede del partito, alla presenza di altri esponenti di FdI, all’epoca candidati alle elezioni regionali del gennaio 2020, come Fabio Callori, Giancarlo Tagliaferri (poi eletto), e Gloria Zanardi, consigliere del Comune di Piacenza. Susino rassicura Labati sulla disponibilità di Foti nel venire incontro alle loro esigenze: “Allora Foti gli ha detto ‘Questa persona ha le palle per me, questo è quello che sta dando di più per tutta la situazione, e dobbiamo dare una mano sia a lui e sia, diciamo, la famiglia Labati”. Ma, come viene sottolineato nell’ordinanza, gli appoggi politici di Nunzio Susino sarebbero bipartisan e finalizzati a stringere accordi che gli consentano di potersi aggiudicare appalti pubblici sempre più vantaggiosi. Si parla ancora del suo intervento, sempre nelle elezioni regionali del 2020, sia a fianco di Massimo Castelli, sindaco di Cerignale (e indicato recentemente come possibile candidato del centrosinistra a Piacenza), all’epoca inserito nella lista Emilia Romagna Coraggiosa, sia di Roberto Pasquali, sindaco di Bobbio, e candidato nella lista civica di Stefano Bonaccini (poi eletto presidente).

Susino si dice pronto a sostenere la candidatura di Castelli, perché “l’unione fa la forza”; più nel concreto il sindaco di Cerignale lo avrebbe agevolato con una “costante opera di intercessione e ingerenza nell’assegnazione e nella gestione in frode degli affidamenti pubblici, sia dal Comune di Cerignale che dall’Unione dei Comuni Alta Val Trebbia e Luretta” e lo “favoriva illecitamente concorrendo con lui nella turbativa della gara di appalto pubblico denominata ‘nuovo impianto per la produzione di energia elettrica”, “tra marzo e aprile 2019 faceva eseguire lavori senza incarico formale nell’ambito della ‘messa in sicurezza del transito viario nel territorio del Comune di Cerignale”, per l’importo di 33mila e 500 euro.

Per quanto riguarda la campagna elettorale di Roberto Pasquali, secondo gli accertamenti svolti dalla Procura è emerso come Susino “abbia proceduto a finanziarla, al fine di ottenere l’edificabilità di alcuni terreni nel Comune di Bobbio”. Nell’attività di indagine emerge la volontà di Pasquali di “ottenere il sostegno economico in maniera regolare e tracciata”, mentre Susino confida a diversi interlocutori di avergli “corrisposto 10mila euro, di cui 5 mila in contanti – si legge nell’ordinanza del Gip – a fronte della promessa del cambio di destinazione d’uso dei terreni”. Inoltre in diverse conservazioni oggetto di indagine “l’imprenditore si dice di essere stato partecipe unitamente al sindaco di condotte illecite in ordine alla realizzazione per il Comune di Bobbio di lavori non ufficialmente assegnati”. Ma i rapporti tra Susino e Pasquali non sono stati sempre idilliaci. In un primo momento l’imprenditore avrebbe nutrito, nei confronti del sindaco di Bobbio “una certa antipatia e diffidenza”, tanto da favorirgli – senza esito – Mauro Guarnieri come presidente dell’Unione dei Comuni montani, in modo da poter poi avere una ulteriore sponda per raggiungere appalti pubblici ancora più remunerativi. In quest’ottica, un altro obiettivo che emerge più volte dalle carte è la madre di tutti gli appalti, per chi gravita in Valtrebbia: la Statale 45 e Anas.

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