Huggy Wuggy è pericoloso? “Meglio discuterne coi figli che censurare”

Huggy Wuggy sì o Huggy Wuggy no? Quotidiani nazionali, radio e tv stanno seminando il panico tra i genitori. Corpo blu, bocca rossa enorme e lunghi denti affilati: è una sorta di pupazzo horror al centro degli allarmi educativi perchè da protagonista di un videogioco horror, Poppy Playtime, è migrato nei video di alcuni fra gli youtuber più seguiti dai bambini, diventando virale. Passato il tormentone di un due tre stella (della serie Netflix Squid game) arriva lui, un pupazzo blu con i denti affilati. La logica è sempre la stessa. E purtroppo anche la risposta. Ogni contenuto di internet a cui il bambino accede senza la mediazione del genitore può essere rischioso. Come comportarsi, quindi, con bambini che parlano di Huggy Wuggy o desiderano il pupazzo peluche?

«L’importante è parlarne, intavolare una discussione sul tema non solo sui contenuti – spiega Francesca Cavallini, psicologa e presidente del Centro Tice -, ma anche su come ci fa sentire vedere alcune cose. Chiedere qual è il loro pensiero e spiegare quali sono i rischi del vedere scene violente come Huggy Wuggy che strangola qualcuno. Si può dire, per esempio, che guardare le scene violente potrebbe fare paura, rendere più ansiosi e causare difficoltà ad addormentarsi. Si possono anche selezionare alcuni spezzoni di video di Huggy Wuggy si possono anche guardare insieme. Ci si può concentrare sulle emozioni che suscita sulla curiosità e sull’effetto che conoscere questo personaggio ha sui coetanei. Parlare, dunque. Perché più si parla di un tema, meno lo stesso tema diventa morbosamente curioso. Anticipare la curiosità e affrontarla evita che il bambino possa soddisfarla da solo. Ma non sempre i figli parlano con i genitori ed è per questo che rimane fondamentale anche il ruolo della scuola e delle comunità educanti. «In ogni contesto sportivo, ricreativo, scolastico è importante che le figure di riferimento offrano occasioni di dialogo e confronto su temi di attualità come questo”.

E cosa succede se un bambino è esposto a video di Huggy Wuggy senza censure? «Il rischio peggiore è che replichi alcuni gesti giocando. Altri rischi sono incubi notturni e ma il più pericoloso è una sorta di assuefazione alla violenza che potrebbe portare nel tempo all’incapacità di capire qual è un contenuto violento e uno non violento e alla difficoltà di costruirsi una morale». Oltre al rischio di cercare contenuti sempre più violenti, continua la psicologa, ricerca che potrebbe essere facilitata dagli algoritmi dei motori di ricerca e dei social network. La letteratura ci suggerisce di avere un ruolo di mediazione di ciò che il figlio o la figlia fa online fino ai dieci anni, tentando di indirizzare verso contenuti adatti all’età – continua Cavallini – Non esiste solo Squid Game: di fronte a contenuti “vietati” è importante non censurare, ma appunto intavolare una discussione. I genitori hanno il compito di accompagnare per mano i bambini non solo a scuola, ma anche nel mondo cibernetico. La risposta è allora “Huggy Wuggy sì, solo insieme come occasione per parlare di emozioni e curiosità”.

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