Le Rubriche di PiacenzaSera - Camminate piacentine

Nel cuore dell’alta val Nure riapre i battenti il Rifugio Prato Grande

Nel cuore dell’alta val Nure riapre i battenti il Rifugio Prato Grande. Nuova gestione per un posto prediletto dai camminatori piacentini. E anche una nuova avventura per il gruppo di Collettivo14 che da sabato 2 luglio riaprirà ufficialmente la nuova stagione per il Rifugio Prato Grande. I ragazzi, che vengono da una lunga esperienza nell’organizzazione degli eventi in quel di Fiorenzuola, hanno intrapreso questo nuovo percorso con la voglia di portare il loro entusiasmo anche sulle nostre montagne.

Da Fiorenzuola all’alta val Nure: una trasformazione per Collettivo14 – Per i ragazzi di Collettivo14 inizia un nuovo percorso molto differente da quello che è stato il loro passato, ma che vogliono vedere come un proseguimento di quella esperienza. Per conoscere meglio questa nuova gestione del Rifugio Prato Grande e cosa si possono aspettare i tanti camminatori (e non) che saliranno fino a 1500 metri d’altezza, abbiamo chiesto direttamente a loro.

Come si passa dall’organizzare eventi a gestire un rifugio a 1400 metri di altezza?
Per noi è successo tutto velocemente. È passato poco più di un mese e abbiamo trovato tanti lavori da fare e criticità da affrontare. Non abbiamo avuto il tempo nemmeno di realizzare quello che ci è successo e ci sentiamo tuttora come in una lavatrice. Abbiamo però da subito capito che è e che sarà una esperienza totalizzante perché da un mese non abbiamo più 10 minuti liberi. Abbiamo potenziato i servizi esistenti e ne abbiamo portati di nuovi, come ad esempio il punto di ricarica e-bike, teli ombreggianti, organizzato la cucina e aumentato i tavoli. Per rispondere però alla domanda, a livello di logistica è tutto molto più complesso: abbiamo dovuto svuotare la nostra scuola di Baselicaduce e portare tutto su. Poi c’è la logistica dei frigo e del ciclo del freddo che in alto riusciamo a mantenere semplicemente con un generatore. Per tutto questo abbiamo dovuto prendere un fuoristrada perché il tragitto per salire è impervio, ed è con questo che solo nelle ultime ore abbiamo trasportato 1500 chili di cose da bere! Se già prima era tutto complesso nell’organizzazione di eventi “in pianura”, ora lo è ancora di più.

Per chi non lo sapesse, ma lo ha intuito dalla prima domanda, Collettivo14 vuol dire Kill Beer, Why Not Festival, Zobia e la scuola di Baselicaduce: quali sono le competenze acquisite in questi anni, che vi portate su al rifugio?
Molti di noi in questi anni hanno acquisito competenze diverse perché per gli eventi ci sono sempre stati pochi soldi e per risparmiare abbiamo dovuto imparare noi tante cose. Perciò dalla carpenteria ai social, dalla grafica alla gestione bar, e poi ancora alla logistica, abbiamo messo via una lunga serie di competenze che ci portiamo dietro. Poi per fortuna abbiamo 2 elettricisti che ci aiutano sempre e poi anche Arduini, che è il figlio di chi lavora sui generatori, ad esempio come quello che alimenta la struttura. Perciò siamo fortunati ad avere figure che ci aiutano ma sappiamo anche che senza queste conoscenze acquisite, non avremmo saputo gestire un rifugio.

Rifugio Prato Grande

Come è composta la squadra che troveremo in questa estate in quota?
Il range d’età va dai 21 ai 35, ma abbiamo il nostro cuoco che ne ha 65! Come detto, ci sono persone che hanno capacità culinarie, chi ha fatto la barista e via dicendo, perciò anche qua ci basiamo sulle nostre conoscenze. In tutto ci saranno una dozzina di persone che ruoteranno per questa estate, tra chi è già della vallata e chi invece viene completamente dalla pianura. Per gestire il rifugio abbiamo aperto le porte anche a ragazzi nuovi che non erano ancora entrati nel collettivo.

Dato che la rubrica è sui “camminatori seriali”, voi a trekking come siete messi?
Direi bene! Perché da quando siamo piccoli frequentiamo la val Nure, soprattutto tramite Rompeggio. Dagli “1 agli 80 anni” tutte le generazioni sono state in vacanza estiva con la parrocchia a Rompeggio, perciò il legame dei fiorenzuolani con la valle è molto profondo. Poi molti di noi abbiamo fatto le camminate piacentine dall’adolescenza in poi perciò, essendo quasi autoctoni, i nostri monti li conosciamo bene. Poi ci piacerebbe scoprire nuovi passaggi, creare nuovi anelli per fare scoprire qualcosa di nuovo. Quest’anno saremo parecchio impegnati perciò i trekking ce li scorderemo, però ci consoleremo nel vedere la soddisfazione negli occhi di chi tornerà al rifugio al termine di un giro.

Il posto è bellissimo e da molti già conosciuto, perciò avete in testa qualche iniziativa particolare (magari legata al mondo degli eventi che conoscete molto bene) per aprire ancora di più il bacino d’utenza del rifugio?
Ovviamente cambieremo pelle perché noi stessi siamo cambiati e staremo lontani dagli eventi che facevamo prima, ma proprio come nostra scelta. Ci sentivamo un po’ stretti ormai nelle cose che facevamo. Di conseguenza cercheremo di fare cose più centrate sulla valle, come tornei di morra, di briscola, serate con i canti popolari in dialetto, o magari anche eventi più grossi come ci sarà a ferragosto, ma saremo comunque più noi ad avvicinarci alla valle e non il contrario. Vogliamo anche allargare il nostro target, più verso le famiglie e i bambini, magari facendo approfondimenti sulla flora e sulla fauna, ma essendo molto molto presi, per questo primo anno vedremo cosa riusciremo a fare.

Da Fiorenzuola fino in alta val Nure: siete davvero pronti ad un’estate senza lo “sciusso” della pianura?
Si, siamo pronti a scappare dallo “sciusso”, felici e contenti di stare a 1500 metri. Sarà una cosa totalizzante, incredibile, ma allo stesso tempo piena di soddisfazione e di gente nuova da incontrare e poi ancora più in linea con la nostra filosofia di vita. In molti di noi già meditavano di salire e venire ad abitare qua e questo è stato un modo per mettere un primo piede qua in vetta!

Lorenzo Rai

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