“Rinnoviamo i sogni dei resistenti e la loro speranza di pace” La cerimonia di Monticello fotogallery

“Dobbiamo rinnovare le speranze e i sogni delle persone che ricordiamo qui oggi, andare avanti riproponendo la loro speranza di un mondo di pace: ripartiamo dalla memoria dei resistenti”. Carlo Ghezzi, vice presidente nazionale dell’Anpi, è intervenuto in occasione della commemorazione della battaglia di Monticello, la più importante battaglia della Resistenza piacentina. Sono trascorsi 78 anni dal 16 aprile del 1945, quando il piccolo castello adagiato sulle colline della Valluretta venne difeso dai 32 partigiani che vi erano asserragliati e sconfissero l’assedio di un numero molto maggiore tra nazisti dei reparti della 29° divisione SS e fascisti della brigata nera “Turchetti” di Mantova.

A 78 anni dalla battaglia di Monticello

Tra i presenti alla cerimonia, ai piedi del castello e del monumento al Valoroso, Lino Vescovi, che nello scontro perse la vita, anche Renato Cravedi, unico superstite della battaglia, insieme al partigiano Ugo Magnaschi. Il primo a prendere la parola davanti a tanti amministratori dei comuni della Val Trebbia e Val Luretta e a un folto pubblico è stato Simone Cherchi, di Anpi Val Luretta, che ha voluto ricordare la figura Agostino Covati che ci ha lasciato nel giugno scorso. E’ stata Maria Rattotti assessore del Comune di Gazzola, a ripercorrere i fatti della battaglia di Monticello: “Più passa il tempo – ha sottolineato -, più siamo portati a dare per acquisiti alcuni diritti che non sono scontati, per questo è importante mantenere viva la memoria”.

A 78 anni dalla battaglia di Monticello

A Carlo Ghezzi vicepresidente nazionale di Anpi l’orazione ufficiale della cerimonia. “La vittoria a Monticello ha aperto la strada alla Liberazione – ha esordito – che sarebbe arrivata a pochi giorni di distanza. Non possiamo dimenticare che il fascismo è stato portato in Europa dagli Italiani, che il regime aveva privato le libertà il paese facendolo precipitare nell’avventura più tremenda, la guerra mondiale. Una follia”.

“Quale via d’uscita da quella tragedia? Si interrogarono a fondo – ha evidenziato – in tanti ma non si mosse nessuno, se non i lavoratori. Furono loro, con i grandi scioperi, che assestarono un colpo decisivo al fascismo. Assurdo e falso dipingere un’Italia con un massa di cittadini inerte, i partigiani furono 270mila e furono sostenuti da tanti loro concittadini; 650mila italiani furono internati perché scelsero di non schierarsi con gli invasori tedeschi. Resistenza fu lo sforzo di tante famiglie coi loro cari mandati al fronte a combattere una guerra perduta, e anche i lavoratori deportati in Germania. La Resistenza ci permise di darci da soli una bella Costituzione, che venne votata nel ’48, la stessa sorte non toccò al Giappone e alla Germania. I resistenti al termine del conflitto giurarono mai più guerre e mai più discriminazioni. Purtroppo il cammino dell’umanità è stato diverso. Oggi ci misuriamo di nuovo con la guerra e con i conflitti, senza la memoria del passato ogni popolo ricade nei drammi già vissuti. Per questo siamo qui oggi, perché ci sono crimini che non cadono mai in prescrizione, ed è inammissibile porre sullo stesso piano quelli che combatterono per democrazia e per la libertà con quelli che furono col nazifascismo”.

A 78 anni dalla battaglia di Monticello

“Tante crisi si intrecciano in questo momento, – ha aggiunto – una crisi anche della democrazia che spinge tante persone a non esprimere il voto. Siamo sotto la cappa terribile della guerra sorta in Europa con l’invasione dell’Ucraina, occorre spezzare la spirale del conflitto e giungere a un cessate il fuoco per cercare una pace giusta avviando una trattativa vera con un’azione dell’Europa. Manca un ruolo autonomo del nostro continente. I governi devono fare la propria parte per non far precipitare i popoli negli errori del ‘900. Le persone che ricordiamo oggi, dobbiamo pensare alla loro rivolta morale, rinnovando le loro speranze e i loro sogni. Andare avanti riproponendo la loro speranza di un mondo di pace, ripartiamo dalla memoria dei resistenti che si batterono, come diceva Arrigo Boldrini, per dare libertà a chi c’era, a chi non c’era e anche a chi combatteva contro”.

Al termine della cerimonia il saluto del presidente provinciale di Anpi Romano Repetti, che ha ricordato i prossimi appuntamenti della festa della Liberazione, con la manifestazione in piazza del 25 aprile. All’esterno (e quest’anno anche nel cortile interno) del castello di Monticello sono stati allestiti stand gastronomici a cura dei volontari di Anpi di Travo e Valluretta.

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