L’universo poetico e musicale di Alberto Fortis incantano il Castello di Agazzano

Piano e voce e nulla più. Altro non serve per il concerto di Alberto Fortis, ospitato nella corte del Castello di Agazzano. Oltre due ore di vera immersione nell’universo poetico e musicale del cantautore, tra i protagonisti della rassegna organizzata dalla Piccola Orchestra Italiana, Musica in Castello, per la direzione artistica di Enrico Grignaffini, in collaborazione con il Comune di Agazzano, e per questo evento, in collaborazione con Trebbia Shire, rappresentata dal presidente Carlo Masoero.

Concerto Alberto Fortis

Un po’ Mercurio dai calzari alati, un po’ folletto Puck, Fortis e il suo pianoforte hanno dischiuso un mondo, fatto di melodie incandescenti che hanno segnato la storia della musica italiana, dalla suggestiva apertura, affidata a La pazienza, brano del 1979, a Milano e Vincenzo, Il Duomo di notte, Settembre, La Nena del Salvador, Fragole infinite. Armonie che si intrecciano a Forbidden Colors, di Ryuichi Sakamoto, risuonano ne In My Life dei Beatles, fino ad arrivare a One degli U2.

Concerto Alberto Fortis

Perché non sono solo canzonette e lo sa bene Alberto Fortis, dal 2018 testimonial della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica, a cui ha regalato la canzone I love you, dedicata al coraggio di malati e operatori sanitari. Le loro foto scorrono sullo schermo a fianco del palco, insieme ai video, curati dallo stesso Fortis, che hanno più la caratura di installazioni artistiche che di semplici video musicali.

concerto Alberto Fortis

Cifra questa, di un’artista che dal successo sfrenato degli anni Ottanta, ha continuato una propria ricerca personale, affrontando nuove strade, come quella rappresentata dall’ultima canzone, Mambo Tango & Cha Cha Cha, dalle suggestioni latin pop. Ma ogni fine, si sa, è un inizio, e la chiusura del concerto è affidata al brano più atteso, alla delicatezza feroce de La sedia di lillà, che ritrova nelle ultime note in punta di dita My Sweet lord di George Harrison. Grazie Alberto, we love you more.

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