West Nile Virus, cos’è e come difendersi. La guida dell’Istituto superiore di sanità

West Nile Virus: come si manifesta, come si può prevenire, come si può curare. L’Istituto superiore di sanità traccia il quadro della patologia, alla luce della crescita dei contagi sul territorio nazionale. Già 55 i contagiati totali, tra cui 28 con sintomi neuro-invasivi, e due i morti, entrambi in Lombardia. A Piacenza sono quattro i casi accertati di West Nile Virus, con sintomi neuro-invasivi. Ogni settimana l’Istituto superiore di sanità rilascia un bollettino di sorveglianza, sulla base dei dati comunicati dalle Regioni.

COS’È IL WEST NILE VIRUS – La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.

I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.

INCUBAZIONE E SINTOMI – Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa uno su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

DIAGNOSI – La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa. I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi, pertanto è consigliabile ripetere a distanza di tempo il test di laboratorio prima di escludere la malattia. In alternativa la diagnosi può anche essere effettuata attraverso Pcr o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale.

PREVENZIONE – Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Pertanto, è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:

– usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
– usando delle zanzariere alle finestre
– svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante
– cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali
– tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

TERAPIA E TRATTAMENTO – Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

COME DIFENDERSI DALLE ZANZAREÈ fondamentale la lotta alla proliferazione delle zanzare e l’utilizzo di sostanze repellenti per chi si espone in zone altamente popolate da questi insetti. La lotta alle zanzare avviene primariamente con l’utilizzo di sostanze contenenti larvicidi e con l’avvertenza di evitare ed eliminare le raccolte di acqua stagnante nei giardini privati e nelle aree pubbliche. L’Azienda sanitaria locale di Piacenza ha all’attivo 10 trappole per la cattura delle zanzare sul territorio, che servono per rilevare la presenza della circolazione virale. Ogni 15 giorni vengono prelevati e analizzati gli insetti catturati. Il primo caso di insetto infetto del 2023 è stato rilevato tra la fine di giugno e inizio luglio, in anticipo rispetto agli anni precedenti. Il virus colpisce zanzare comuni (non zanzare tigre) e volatili con caratteristiche di trasmissibilità, esseri umani e cavalli senza possibilità di trasmissibilità. Per i cavalli esiste un vaccino che è fortemente consigliato, per gli essere umani solo le norme di prevenzione e protezione. Nella maggior parte dei casi rilevati i pazienti si presentavano sintomatici con sindromi influenzali e, nelle forme più complesse, con complicazioni neuroinvasive. L’Azienda opera in accordo con le amministrazioni comunali che sono informate delle modalità di azione secondo indicazioni regionali: devono effettuare periodici trattamenti larvicidi e, in occasione di eventi, trattamenti adulticidi per bonificare l’area ed eliminare gli insetti vettore.

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