“Sul Guardare”, sabato 2 marzo l’inaugurazione del secondo e terzo atto della mostra a Xnl

La sezione Arte di XNL Piacenza, il centro dedicato alle arti contemporanee della Fondazione di Piacenza e Vigevano, annuncia l’inaugurazione di due nuovi capitoli del ciclo espositivo Sul Guardare, che si terrà sabato 2 marzo alle ore 11.30, e alzerà il sipario sulle opere di grandi artisti del passato e del presente quali Berlinde De Bruyckere, Carol Rama, Andrea Sala e Giovanni Angelo Del Maino. Liberamente ispirato alla serie televisiva Ways of Seeing ideata nel 1971 da John Berger per la BBC, il progetto Sul Guardare, curato dalla direttrice di XNL Arte Paola Nicolin, invita artisti contemporanei a rileggere e interpretare il patrimonio diffuso in musei e collezioni della città di Piacenza. Grazie alla collaborazione con l’Ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi di Piacenza-Bobbio e il suo direttore Manuel Ferrari e con il Centro conservazione e restauro “La Venaria Reale”, il 2° Atto del progetto vedrà protagoniste due sofisticate e incisive artiste del XX Secolo, Berlinde De Bruyckere (Gand, 1964) e Carol Rama (Torino 1913 – 2015), attorno a un’opera proveniente dal patrimonio delle collezioni della Diocesi intitolata Dolente e di recente attribuita all’illustre scultore rinascimentale Giovanni Angelo Del Maino, attivo a Piacenza nei primi decenni del XVI secolo. L’opera di Del Maino diventa spunto per riflettere sulla resilienza al dolore tra vulnerabilità e forza, instaurando un dialogo con i disegni e le monumentali sculture di Berlinde De Bruyckere e con una selezione, a cura di Alexandra Wetzel, di incisioni e grafiche di Carol Rama.

Protagonista del terzo atto della serie Sul Guardare è Andrea Sala (Como, 1976), artista italiano cresciuto professionalmente tra l’Italia e il Canada, le cui sculture riflettono l’interesse per la cultura del progetto e la ricerca sui processi, che nascono dalla fascinazione per materiali spesso fragili come la terracotta e la ceramica. La peculiare sensibilità verso la poetica dei materiali e del display di Sala dialoga qui con opere provenienti dai depositi del palazzo vescovile di Piacenza, dove l’artista ha selezionato oggetti come custodie, paramenti liturgici, contenitori, coppe, candelieri, e li ha rimontati entro una nuova cornice che ne ribalta la prospettiva, accompagnandoli con una selezione di sue nuove sculture in ceramica e disegni realizzati per l’occasione. Il programma 2024 sarà accompagnato da un ricco calendario di atelier d’artista, visite guidate, laboratori per le scuole e percorsi PCTO, oltre al proseguimento delle iniziative speciali XNL Mondo, narrazioni in lingua madre a cura di artiste delle comunità internazionali di Piacenza, e Voci su / Voices on, il format editoriale per i social media della istituzione dedicato agli artisti in mostra.

“Con queste due nuove mostre XNL prosegue il cammino dell’istituzione come luogo di dialogo, in cui lo scambio si realizza tra le collezioni piacentine e l’arte contemporanea, fra memoria e innovazione, fra patrimonio artistico e nuove letture e identità – è il commento del vicepresidente di Fondazione di Piacenza e Vigevano Mario Magnelli -. Uno scambio che ci aiuta a guardare il passato con gli occhi del presente, ad attualizzarlo, a renderlo di nuovo eloquente. Questa operazione è possibile grazie alla disponibilità delle istituzioni culturali piacentine, in questo caso la Diocesi con il suo Ufficio Beni Culturali, che ringrazio sinceramente per la collaborazione”. “Siamo onorati di poter lavorare con due giganti del XX e XXI secolo come Carol Rama e Berlinde De Bruyckere – è il commento della curatrice delle mostre Paola Nicolin, direttrice della sezione Arte di XNL –. Due donne potenti e poetiche insieme, che attraverso il loro lavoro ci parlano di dolore e bellezza oggi e sempre. Con Andrea Sala diamo voce a un artista italiano che da anni racconta la storia degli oggetti che ci circondano e dei loro significati simbolici. Quelle che si aprono sono due mostre all’insegna di importanti collaborazioni: il Centro Conservazione e Restauro la Venaria Reale e l’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi, che hanno reso possibile l’operazione di restituzione di un’opera d’arte rinascimentale di un autore cruciale per la storia della città di Piacenza, quale è Del Maino. Pensiamo che le esposizioni servano a questo: raccontare storie di bellezza e conoscenza e portarne consapevolezza alla comunità”.

Andrea Sala XNL

“Il patrimonio della diocesi è un insieme di opere che attraversano i secoli, trattenendo i segni della storia, testimoniano il cambiare del gusto e delle sensibilità; sono opere talvolta danneggiate, consumate, movimentate, trasformate – è il commento di Manuel Ferrari, direttore dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi – Sottoporle allo sguardo di un artista di grande sensibilità come Andrea Sala, e metterle in relazione con le opere potenti di Carol Rama e Berlinde De Bruyckere, come nel caso del Dolente di Del Maino, ci ha rivelato come questo patrimonio rappresenti ancora oggi una riserva sconfinata di significati. Comprenderli o meno dipende da chi guarda e dal come guarda”. Il programma Arte di XNL è promosso da Rete Cultura Piacenza, che comprende Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio dell’Emilia e Diocesi di Piacenza-Bobbio. Le mostre rimarranno aperte al pubblico fino al 30 giugno, ogni venerdì, sabato e domenica dalle ore 10.30 alle ore 19.30.

RIFERIMENTI BIOGRAFICI

Berlinde De Bruyckere nasce nel 1964 a Gent, in Belgio, dove tuttora vive e lavora. Nelle sue opere, De Bruyckere esplora la trasformazione, la trascendenza e la riconciliazione dei corpi (animali, umani o inanimati) di fronte alla mortalità. L’artista trae spesso ispirazione dall’eredità degli antichi maestri europei e dall’iconografia cristiana, oltre che dalla mitologia e dal folclore. Storie e immagini già esistenti diventano il punto di partenza per creare nuove narrazioni suggerite dalla scelta e dalla manipolazione dei materiali. Dalla sua prima mostra a metà degli anni Ottanta, le sculture e i disegni di De Bruyckere sono stati oggetto di numerose esposizioni, personali e non, presso prestigiose istituzioni di tutto il mondo. Tra queste spiccano: No Life Lost, Artipelag, Stoccolma, Svezia (2024); Crossing a bridge on fire, Centro Cultural de Belem, Lisbona, Portogallo (2023); City of Refugee I, Commanderie de Peyrassol, Flassans sur Issole, Francia (2023); City of Refugee II, Diocesanum Museum Freising, Freising, Germania (2023); Berlinde De Bruyckere. PLUNDER/ EKPHRASIS, MO.CO, Montpellier, Francia (2022); Berlinde De Bruyckere, PEL/ Becoming the figure, Arp Museum, Remagen, Germania (2022); Berlinde De Bruyckere. Engelenkeel, Bonnefantenmuseum, Maastricht, Paesi Bassi (2021); Aletheia, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2020); It almost seemed a lily, Hof Van Busleyden, Mechelen, Belgio (2019); Il Mantello (5x5x5 evento per Manifesta 12), Chiesa di Santa Venera, Palermo (2018); Berlinde De Bruyckere, Sara Hilden Art Museum, Tampere, Finlandia (2018); Embalmed, Kunsthal Aarhus, Danimarca (2017); Berlinde de Bruyckere. Suture, Leopold Museum, Vienna, Austria (2016) Berlinde De Bruyckere. No Life Lost, Hauser & Wirth New York (2016); Berlinde De Bruyckere. Penthesilea, Musée d’Art Moderne et Contemporaine, Strasburgo, Francia (2015); Berlinde De Bruyckere. The Embalmer, Kunsthaus Bregenz, Bregenz, Austria (2015); Berlinde De Bruyckere. The Embalmer, Kunstraum Dornbirn, Dornbirn, Austria (2015); Berlinde De Bruyckere, Gemeentemuseum Den Haag, L’Aja, Paesi Bassi (2015); Berlinde De Bruyckere. In the Flesh, Kunsthaus Graz, Graz, Austria (2013); Philippe Vandenberg & Berlinde De Bruyckere. Innocence is precisely: never to avoid the worst, De Pont Museum of Contemporary Art, Tilburg, Paesi Bassi (2012), poi data in prestito a La Maison Rouge – Fondation Antoine de Galbert, Parigi, Francia (2014); We are all Flesh, Australian Centre for Contemporary Art, Melbourne, Australia (2012); The Wound, Arter, Istanbul, Turchia (2012); Mysterium Leib. Berlinde De Bruyckere im Dialog mit Cranach und Pasolini, inaugurata presso il Kunstmuseum Moritzburg, Halle, Germania, e poi data in prestito al Kunstmuseum Bern, Svizzera (2011); DHC / ART Foundation for Contemporary Art, Montreal, Canada (2011); e ‘E.n’, De Pont Foundation for Contemporary Art, Tilburg, Paesi Bassi (2005).

Berlinde De Bruyckere XNL
Berlinde De Bruyckere

Nel 2013, De Bruyckere è stata selezionata per rappresentare il Belgio alla 55ª Biennale di Venezia, dove ha presentato la sua opera monumentale Kreupelhout – Cripplewood, nata dalla collaborazione con il romanziere premio Nobel J.M. Coetzee. Recentemente De Bruyckere ha esteso il suo campo di attività alle arti dello spettacolo e lavora come scenografa in stretta collaborazione con la fotografa Mirjam Devriendt. I suoi progetti includono: Mariavespers, Holland Festival, Amsterdam, Paesi Bassi (2017); Nicht Schlafen Les Ballets C de la B, Ruhrtriënnale, Bochum, Germania (2016), approdato anche al teatro Sadler’s Wells di Londra (2017), e Penthesilea La Monnaie, Bruxelles, Belgio (2015).

Carol Rama XNL
Carol Rama

Carol Rama (Torino 1918) è un’artista autobiografica. Ogni personaggio, ogni oggetto che compare sulla scena dell’opera trova il suo riscontro nella storia e nella memoria di Carol. Corpi femminili troncati, dentiere, letti, sedia a rotelle, animali, scarpe e simili sono i soggetti dei primi acquerelli, che negli anni della loro nascita – 1936-46 – furono talmente anacronistici da risultare inaccettabili. Questi lavori riflettono le angosce e le fantasie di una giovane donna, di colpo confrontata con gli aspetti più traumatici della vita, dopo un’infanzia piuttosto protetta nella casa paterna. In questi anni nasce anche una seria di acqueforti intitolate Le Parche. Negli anni Cinquanta Carol sente il bisogno di uscire dai confini dell’autobiografia ed entra a far parte del gruppo del MAC (Movimento Arte Concreta) torinese, elaborando un suo personale concetto di astrazione. A partire dagli anni Sessanta la sua ricerca torna a scovare nel suo repertorio intimo, unendo la realtà di oggetti usati al suo intrinseco estro pittorico. Nascono dei dipinti, definiti “bricolages” dall’amico Edoardo Sanguineti, che accompagna Carol e la sua opera a partire dagli anni Sessanta con poesie e presentazioni autentiche e bizzarre. Gli amici hanno un grande ruolo nella vita di Carol, a cominciare dalle persone conosciute nella sua città, Torino, come Felice Casorati, Albino Galvano, Italo Calvino, Massimo Mila, Carlo Mollino e molti altri. Durante i soggiorni negli anni 70 con il suo gallerista Anselmino a Parigi e a New York conosce Andy Warhol, Orson Welles e soprattutto Man Ray, con il quale continua a frequentarsi fino alla morte di lui. Il lavoro degli anni 70 è insieme intimo e di ampio respiro: su formati spesso considerevoli, Carol Rama stende delle camere d’aria di bicicletta che le ricordano la fabbrica di biciclette del padre imprenditore. Le camere d’aria, spesso usurate riparate rattoppate, creano una superficie viva, pittorica, con un effetto visivo e tattile simile alla pelle umana.

Nel 1980, l’artista ha un incontro fondamentale con Lea Vergine, la quale la include nella sua mostra itinerante sulle grandi artiste del Novecento, chiamata “L’altra metà dell’avanguardia”, con numerosi lavori degli anni ’30 e ’40. Curata da Lea Vergine le viene allestito nel 1983 la prima mostra antologica nel Sagrato del Duomo di Milano. Ora viene apprezzato il lavoro dei primi anni, e questo è forse una delle ragioni per cui Carol torna all’inizio degli anni Ottanta alla figurazione con delle opere piene di fantasia, di bizzarrie, di racconti accennati e allusioni mitiche e leggendarie. Negli anni Novanta a disegni, collages e dipinti si affiancano le incisioni, nate grazie alla felice collaborazione con lo stampatore, gallerista ed editore Franco Masoero. Carol Rama non ha più abbandonato il figurativo, ma col tempo le figure e i personaggi, legati sempre alla sua storia personale, si sono fatti più essenziali, quasi fossero emblemi. Alla fine del 2005 conclude la sua ricerca con le ultime opere. L’artista si spegne il 24 settembre 2015 nella sua casa a Torino. Nel corso della sua vita Carol Rama ha avuto importanti riconoscimenti, tra cui citiamo soltanto il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 2003, il Premio Presidente della Repubblica su segnalazione dell’Accademia di San Luca di Roma nel 2010, mostre antologiche a Milano, Torino, Rovereto, Genova, Ulm, Innsbruck, Barcellona, Parigi, Dublino, New York.

Giovanni Angelo Del Maino L’intagliatore pavese, nato verosimilmente a Milano intorno al 1475 e morto a Pavia nel 1536, era figlio dell’altrettanto celebre Giacomo e fratello di Tiburzio, entrambi maestri della scultura in legno. La bottega impiantata a Milano ma in seguito trasferitasi a Pavia, divenne dal finire del Quattrocento una delle più apprezzate e si dedicò all’esecuzione di un cospicuo nucleo di opere, molte delle quali giunte sino a noi. Vale la pena di segnalare, tra le sculture intagliate da Giovanni Angelo, almeno il Cristo alla colonna di San Giovanni in Monte a Bologna (1533), l’ancona di Ardenno in Valtellina, il Compianto della parrocchiale di Gambolò (Pavia), opere assegnate agli ultimi anni di vita dell’artista, che già nel 1496 aveva eseguito insieme al padre il celebre Crocifisso della collegiata di Castel San Giovanni tuttora in loco. Giovanni Angelo fu attivo per Piacenza e territorio soprattutto tra gli anni Venti e Trenta del Cinquecento, insieme al fratello Tiburzio. I due maestri, incaricati di approntare il gruppo scultoreo della Deposizione nel sepolcro per il monastero cittadino della Santissima Annunciata, purtroppo perduto, realizzarono anche lo splendido Altare della Passione ora al Victoria and Albert Museum di Londra, ma un tempo conservato nella chiesa piacentina di Sant’Agostino. A Giovanni Angelo sono state nel corso del tempo riferite diverse altre opere piacentine come le statue di San Rocco delle chiese di Sant’Anna e Sant’Antonio a Trebbia, il Crocifisso della basilica urbana di San Francesco, a testimonianza di una presenza pluriennale. Ricondotto a Giovanni Angelo anche il Sant’Antonio Abate della Collegiata di Castel San Giovanni e la Madonna col Bambino conservata nella chiesa della frazione di Pievetta. Anche la scultura del Dolente, appartenente alla chiesa di Sant’Eufemia e forse in origine facente parte di un Compianto, pur se pesantemente ridipinta, è stata riconosciuta a Giovanni Angelo. La cospicua produzione destinata a Piacenza suscitò grande ammirazione e stima verso i due fratelli Del Maino, tanto che il 3 luglio 1529 furono insigniti della cittadinanza onoraria.

Andrea Sala XNL
Andrea Sala

Andrea Sala Nato a Como nel 1976, Andrea Sala vive e lavora a Milano, dove si è laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. La ricerca artistica di Sala, ispirata all’estetica tradizionale e alle avanguardie del XIX secolo, in particolare nel campo del Design, dell’Architettura e delle Arti Visive in generale, trova compimento nell’essenzialità delle forme e nell’utilizzo di tecniche tradizionali applicate a materiali industriali, o viceversa. La scelta dei materiali ha un ruolo centrale nella pratica di Sala: l’artista li seleziona in base alle peculiarità intrinseche della materia, che si modifica durante tutte le fasi del processo di produzione. Osservato da vicino, esplorato nel suo farsi, esso è come un racconto, composto da pezzi da accostare, tanto enigmatico quanto evidente e manifesto come la storia della nostra cultura materiale. Questa attitudine consente di superare la compiutezza della fonte iniziale per lasciare spazio a opere sempre più “corrotte” da influenze diverse. Sala indaga il mondo dei beni industriali, in cui la funzione degli oggetti man mano si perde grazie all’effetto decontestualizzante del procedimento artistico. Seziona il mondo delle cose con cura e ossessiva scrupolosità e le trasforma in un personale alfabeto alla base di un fare sempre alla ricerca delle proprie ragioni.

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