Si sposta sul Pubblico Passeggio la manifestazione contro la guerra in Ucraina

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Si sposta sul Pubblico Passeggio il presidio contro la guerra in Ucraina in programma sabato mattina a Piacenza e originariamente previsto davanti alla Prefettura di Piacenza. “Purtroppo la situazione politica in Ucraina ci costringe a modificare le modalità e il luogo di svolgimento del presidio – spiegano i promotori della manifestazione -. La situazione sta precipitando e crediamo che tante persone vorranno manifestare per la Pace. Per questo ci occorre uno spazio più ampio”.

L’appuntamento è in programma sul Pubblico Passeggio (di fianco al Liceo scientifico a Barriera Genova) dalle ore 10 alle ore 11, 30. L’invito è quello di partecipare portando la bandiera della Pace. Sono previste musiche, letture, riflessioni e al termine una piccola delegazione si recherà in Prefettura per consegnare un appello al Prefetto.

LA LOCANDINA DELLA MANIFESTAZIONE

Arci “Stop immediato delle ostilità” – L’Arci chiede “lo stop immediato delle ostilità in Ucraina e condanna l’aggressione armata della Russia”. “Esprimiamo – si legge in una nota – una forte preoccupazione per la popolazione civile inerme, i bambini, le donne, gli anziani, che come sempre pagheranno il prezzo più caro della guerra. Auspichiamo che si rendano da subito disponibili dei corridoi protetti per consentire alle agenzie internazionali e alle organizzazioni umanitarie un intervento efficace e senza rischi. Siamo vicini e solidali alla società civile pacifista in Russia e Ucraina e sosteniamo con loro tutti gli sforzi necessari per un immediato cessate-il-fuoco e per una ripresa dei tavoli negoziali: “la pace si fa con il nemico”. E’ questo il momento di far sentire la voce della società civile pacifista in Italia e in tutta Europa”.

L’Arci parteciperà all’iniziativa programmatea sabato mattina a Piacenza, così come a tutte quelle che si stanno in queste ore organizzando in moltissime città italiane, “in un’ottica di inclusione, unità e partecipazione diffusa sui contenuti pubblicati dalla Rete Italiana Pace e Disarmo (https://retepacedisarmo.org). Vogliamo prenderci la nostra parte di responsabilità, come cittadine e cittadini, e dire con chiarezza alle istituzioni italiane ed europee che la nostra mobilitazione non cesserà – anzi crescerà – fin quando i venti di guerra non saranno spenti”.

“Chiediamo al nostro Paese e all’Europa: di fare tutto quanto possibile per una cessazione immediata delle ostilità attraverso tutti i mezzi della diplomazia, per una de-escalation della crisi con principi di neutralità attiva attraverso il ritiro delle forze armate d’invasione e la revoca del riconoscimento delle Repubbliche separatiste del Donbass; di convocare in tempi strettissimi una sessione straordinaria del Parlamento Europeo ed Italiano per una informativa della situazione e una discussione a tutto campo per evitare avventurismi armati che possano coinvolgere direttamente anche il nostro Paese; di favorire l’avvio di trattative per un sistema di reciproca sicurezza che garantisca sia l’UE che la Federazione Russa senza ulteriori ingerenze nella vita interna dell’Ucraina; che tutte le parti coinvolte si impegnino a negoziare un nuovo Trattato per smilitarizzare l’Europa; che gli Stati Uniti ritirino le loro armi nucleari di stanza nei Paesi membri della NATO così come la Russia deve ritirare le sue armi nucleari tattiche dalle basi vicino al suo confine occidentale; che l’UE predisponga un piano straordinario di accoglienza per i profughi e si prepari all’arrivo dei civili in cerca di protezione aprendo loro le frontiere”.

“Auspichiamo inoltre – concludono -. che le Nazioni Unite assumano un ruolo centrale nella prossima fase, come soggetto super partes a garanzia di tutti i Paesi coinvolti, per poter riaprire la strada per un processo di pacificazione stabile e duraturo in un quadro di rispetto dei diritti fondamentali per tutte e tutti. Quanto abbiamo di fronte conferma l’importanza di un investimento delle istituzioni e del terzo settore nella promozione di una cultura di pace presso le giovani generazioni, contribuendo alla creazione di spazi in cui si possa esprimere la voce delle cittadine e dei cittadini che chiedono pace, cultura, giustizia e lavoro”.

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