Pronto Soccorso, superati gli accessi (12mila) ante pandemia. Entro il 2023 numero unico emergenze

Pronto Soccorso, superati gli accessi (12mila) ante pandemia, ed entro il 2023 sarà attivo il numero unico delle emergenze che consentirà di smistare i casi più gravi da quelli meno urgenti.

Sono queste le novità emerse durante l’ultima seduta della conferenza socio sanitaria di Piacenza, presieduta da Lucia Fontana, alla presenza dei sindaci e degli assessori regionali Igor Taruffi e Raffaele Donini. Il direttore generale dell’Ausl Paola Bardasi ha fornito i dati dell’attività del Pronto Soccorso.

Nel 2022 A Piacenza sono stati 68915 gli accessi, 12mila in più rispetto al 2019, l’ultimo ante covid. A Castelsangiovanni gli accessi sono stati 6469, 7570 a Fiorenzuola. Oltre il 60 per cento di codici bianchi e verdi, con un 20 per cento di gialli. Solo l’1,2 per cento sono codici rossi. Un settore, quello dell’emergenza – urgenza, in sofferenza anche dal punto di vista del personale. Sempre dal 2019 sono arrivati 20 nuovi medici in Pronto soccorso, mentre ne sono andati in pensione 39, con un gap di 19 posti ancora vacanti. “Nonostante questo – ha sottolineato Bardasi – le nostre performance sono buone. Siamo quarti in Regione per i tempi di attesa, al di sotto delle sei ore”. “Abbiamo cercato di far fronte a questa grave crisi senza ricorrere a cooperative esterne – ha detto -. Sono stati contrattualizzati alcuni specializzandi, rimpolpando le fila dei nostri operatori, effettuando alcune riorganizzazioni interne”. Sul fronte degli investimenti del Pnrr, l’Ausl di Piacenza sta rispettando i tempi previsti, assicura Bardasi, sia per quanto riguarda i tre ospedali di comunità che le tre centrali operative territoriali.

“La sanità pubblica va tutelata, qui si rischia di favorire il privato”. Lo ha detto senza mezzi termini Romeo Gandolfi, sindaco di Fiorenzuola, durante l’ultima seduta della conferenza sociosanitaria. “L’assessore regionale Donini oggi si è recato a Castelsangiovanni, ma lo invito a visitare Fiorenzuola. Proprio ieri ho parlato con il direttore dell’Ausl Bardasi, insieme abbiamo affrontato le problematiche del distretto di Levante. Sei – sette anni fa siamo partiti con gli hub and spoke, in ambito sanitario. Ma non possiamo permettere che i cittadini vadano a fare delle visite specialistiche nell’altra parte della provincia. Dobbiamo diventare sempre più green, invece ci fanno spostare in macchina. Nel 2017 l’ospedale di Fiorenzuola aveva 145 posti letto, ora sono 110. Sono stati fatti tagli ai posti letto a favore di privati, rendendoli sempre più forti economicamente. E’ così che ci vengono a rubare i nostri medici e i nostri specialisti. Ora si parla di carenze dei medici, qualcuno in alto dovrebbe pensare prima ai problemi del territorio. Perché quando noi del pubblico andiamo in crisi, interviene il privato. Sanità e istruzione erano il vanto dell’Italia, e adesso invece? Torniamo indietro. La sanità non deve diventare un continuo tagliare, dobbiamo tuteliamo i pronto soccorso sul territorio. Se un bimbo cade e si taglia, dove potrà portarlo la mamma se non al Pronto Soccorso? Non può certo essere assistito dal pediatra. Diventa sempre più difficile spiegare la carenza di questo servizio ai nostri cittadini”.

L’assessore Raffaele Donini da parte sua assicura “Abbiamo stanziato 700mila euro per Fiorenzuola, la seconda sala operatoria si farà. D’accordo nel definire, per il futuro, che le visite specialistiche debbano essere fatte in prossimità. Noi non neghiamo che debbano essere presi in carico anche con tempi più celeri, tutte le prestazioni che il cittadino ritiene urgenti. Noi dobbiamo riuscire a collocare nell’urgenza quelle patologie che sono tempo dipendenti: il paziente deve chiamare il 118 se ha dolore al petto, non andare nel primo pronto soccorso che trova. Entro la fine dell’anno – ha detto l’assessore Donini – sarà operativo il nuovo numero 116 – 117, per smistare i casi più gravi da quelli più lievi”.

In apertura il direttore generale dell’Ausl Paola Bardasi ha fatto una panoramica del servizio di emergenza – urgenza: nel 2022 sono stati 12mila gli accessi in più rispetto al 2019, l’ultimo ante covid. Un settore in sofferenza anche da punto di vista del personale. Sempre dal 2019 sono arrivati 20 nuovi medici in Pronto soccorso, mentre ne sono andati in pensione 39, con un gap di 19 posti ancora vacanti. “Nonostante questo – ha sottolineato Bardasi – le nostre performance sono buone. Siamo quarti in Regione per i tempi di attesa, al di sotto delle sei ore”. Sul fronte degli investimenti del Pnrr, l’Ausl di Piacenza sta rispettando i tempi previsti, assicura Bardasi, sia per quanto riguarda i tre ospedali di comunità che le tre centrali operative territoriali.

“E’ una responsabilità enorme e difficile fare il sindaco adesso, e fronteggiare la crisi sanitaria” ha detto il capogruppo della Lega in Regione, Matteo Rancan. “Le liste di attesa sono lunghe, chi ha la possibilità si rivolge al privato ma noi dobbiamo garantire i servizi a tutti – afferma -. Sono in Regione dal 2014 e ho visto tanti depotenziamenti in ambito sanitario, da Bobbio a Castelsangiovanni, Villanova. Davanti a questi tagli, l’assessore Donini ci ha detto che sono stati trovati e garantiti i fondi per il nuovo ospedale. Ma quali sono i tempi?”.

La seduta, che si è aperta con la consegna di un riconoscimento a Luigi Cavanna, per i suoi 43 anni di lavoro a fianco dei malati, è proseguita con l’intervento degli operatori che garantiscono i servizi sociosanitari in provincia, e la risposta dell’assessore al Welfare Igor Taruffi.

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