Insegnare col Lego: in aula alla “Vittorino” una didattica più concreta fotogallery

Insegnamento con i lego: risultati sorprendenti. Nella scuola “Vittorino da Feltre” di Piacenza è stata avviata una singolare esperienza didattica cn l’utilizzo dei celebri mattoncini. Ecco il racconto direttamente dall’interno delle aule ricevuto dalla dirigente scolastica Monica Caiazzo. 

E’ martedì, ore 10 e 30. L’insegnante Teresa Petta mi chiede di assistere nella sua aula al frutto di un lavoro svolto dai bambini di 2D della scuola “Vittorino”. Tante piccole costruzioni lego sono state collocate sui banchi dei bambini disposti ad isole, con pezzi suddivisi in sequenze e colori. Poi la maestra Teresa parla di analisi grammaticale. Sono al contempo stupita e incuriosita. Poi arriva Farah, 7 anni: legge alla Lim una frase e in maniera sciolta e disinvolta mi espone, osservando la sua costruzione, l’analisi grammaticale, passando dagli articoli, ai nomi, ai verbi. Lo fa con una precisione e spontaneità disarmante. La seguono tanti bambini e bambini. Dalle loro espressioni si desume gioia, divertimento, voglia di continuare ad imparare. E’ incredibile pensare come un’attività non propriamente entusiasmante possa diventare appassionante. Approfondisco il tema con le insegnanti Eleonora e Teresa, entrambe docenti della classe 2D e funzioni strumentali inclusione della nostra scuola.

La didattica coi Lego a scuola

“Insegnare la matematica, geometria, italiano, geografia, con i mattoncini rende le materie più concrete e giocose”, affermano, “Non serve insegnare ai bambini a giocare, lo fanno spontaneamente e con naturalezza, entrando in rapporto con gli elementi fondamentali delle diverse conoscenze. I Lego hanno immense potenzialità sul piano degli apprendimenti e dello sviluppo delle abilità di pianificazione, logiche e visuo-spaziali. L’utilizzo dei mattoncini colorati e la dimensione ludica delle attività permettono di ottenere maggiore attenzione, realizzare una didattica inclusiva e cooperativa e promuovere lo sviluppo delle abilità sociali. Questo lavoro promuove una didattica che ben si presta all’individualizzazione dell’insegnamento, perché le modalità e i tempi di ogni gioco possono essere facilmente adattati ai diversi alunni, soprattutto a quelli con maggior difficoltà.

Il risultato finale è quello di un percorso giocoso che conduce per mano i bambini nel mondo complesso della Grammatica italiana, della matematica e delle materie Stem, in modo divertente e intrigante, fissando le basi per proseguire nelle conoscenze più complesse e trasformarle in competenze, allontanando la paura di non comprendere e accendendo la curiosità”.
Il metodo dei mattoncini prevede l’introduzione di un concetto attraverso tre fasi: la creazione, con gli stessi, di un modello del concetto trattato; la descrizione verbale del modello creato e la rappresentazione su carta o quaderno. I bambini e i ragazzi, grazie ad essi, si accostano all’apprendimento senza barriere. Usando i mattoncini si possono creare sperimentazioni incredibili: modelli che mostrano la relazione tra i numeri, le parole, le quantità, le forme e la tridimensionalità. E se uno studente sa creare un modello di un problema matematico, realizzare “visivamente” un’analisi grammaticale, diventa abile anche nel descriverla, grazie al potenziamento di processi logici e creativi contemporaneamente.

La didattica coi Lego a scuola

Qual è il vero valore aggiunto in questo metodo di apprendimento? I Lego permettono di rendere concreti e visivi i concetti astratti. L’utilizzo di questo materiale coinvolge infatti gli alunni nell’analisi pratica dei concetti Steam, incentivando al tempo stesso l’acquisizione di competenze linguistiche, matematiche e socio-emotive. Per queste ragioni coglieremo, come circolo, a partire anche dalle scuole dell’infanzia, le opportunità che offrono i finanziamenti Pnrr Futura (DM 65 e 66) per progettare esperienze dedicate ai nostri alunni e formare le docenti affinché sfruttino al massimo le potenzialità offerte da questo piccolo, semplice e autentico strumento. In marzo inaugureremo alla “Vittorino” la nostra “scuola nuova” per presentare tutte le innovazioni prodotte in questi ultimi anni. Non mancherà l’attenzione all’aula Stem dove un importante contesto verrà proprio dedicato ai lego, con l’idea che è possibile migliorare l’apprendimento ed accelerare i suoi tempi attraverso il gaming, la risoluzione dei problemi e la narrazione, incrementando capacità critiche anche nei nostri piccoli cittadini.

Verrà conferita importanza soprattutto a due aspetti:
– la centralità del docente come risorsa volta a migliorare la comunicazione tra docenti e con gli alunni, veicolando differenti tipi di linguaggio, come i lego;
– la promozione e diffusione della conoscenza di significative pratiche didattiche funzionali ad incentivare il successo formativo di tutti i bambini.
Purtroppo ancora molte persone sono convinte che la scuola sia lo spazio del tradizionale apprendere, del “sapere” inteso nella sua accezione più pura, ma isolata dai contesti. A queste persone, scettiche rispetto all’innovazione e molto convinte che occorra tenere rigidamente separati gli ambiti di intervento (la famiglia educa, la scuola insegna, lo sport istruisce…) rivolgo l’invito ad osservare come nuove pratiche, semplici e “belle”, siamo foriere di autonomia metodologica e di padronanza di contenuti, capaci di guidarli a cogliere con maggior facilità significati e connessioni in modo sistemico nel contesto dei processi di insegnamento, rinforzando la motivazione personale e la costruzione di una solida e consapevole cittadinanza responsabile. Certo rappresentano una risorsa fondamentali docenti che hanno desiderio di sperimentazione, di ricerca, di studio, di formazione, di mettersi in gioco giorno dopo giorno e sono felice di avere nella mia scuola “Maestre” con la M maiuscola che esprimono questa energia. E mi rivolgo a questo mondo di “dubbiosi” e dico: “Guardate con i vostri occhi e lasciatevi stupire come è accaduto a me. Perché scoprire risultati sorprendenti disegnati su espressioni felici è il massimo risultato che una comunità scolastica possa perseguire.

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