Omaggio alle vittime del covid, il Municipale riparte con la Messa da Requiem di Domingo fotogallery

Dopo 475 giorni dalla sua ultima rappresentazione (Il Falstaff con protagonista Luca Salsi) il Teatro Municipale torna ad ospitare il suo pubblico a cui concede uno spettacolo d’eccezione con un protagonista d’eccezione in un giorno particolare dedicato alla cultura ed alle vittime dell’epidemia (tra le quali vorremmo citare il maestro pianista Nelio Pavesi), ricordate con un breve ma significativo filmato sul grande schermo del teatro.

La Messa da Requiem al Municipale

Il successo, pur previsto data l’eccellenza degli interpreti, è andato oltre le aspettative, a testimonianza della felice scelta della Fondazione Teatri di Piacenza, presieduta dalla direttrice artistica Cristina Ferrari. Al termine interminabili applausi ai protagonisti da parte del pubblico ammesso (circa trecento persone opportunatamente distanziate e con la dovuta mascherina secondo le regole del covid 19). La perfetta riuscita della manifestazione ci induce alla considerazione che con un po’ di buona volontà ed i dovuti accorgimenti la ripresa dell’attività teatrale avrebbe potuto iniziare molto tempo prima.

La Messa da Requiem di Giuseppe Verdi (trasmessa anche su Opera streaming) è uno scrigno musicale di rara bellezza e sensibilità che il grande compositore presentò, da lui stesso diretta, la prima volta nella chiesa di San Marco di Milano il 22 maggio del 1874 per poi replicarla il 25 maggio alla Scala di Milano in occasione del primo anniversario della morte di Alessandro Manzoni, al quale l’univa un nobile senso patriottico e tanta ammirazione artistica, per raccogliere, come recita un manifesto dell’epoca, “fondi per il Municipio del comitato destinato alle onoranze del grande scrittore”. Dopo tre repliche Verdi diresse la Messa da Requiem a Parigi e quindi a Roma per definire un successo clamoroso. L’anno successivo il grande musicista portò il suo Requiem anche a Vienna dove ottenne un autentico trionfo convincendo anche i più scettici tedeschi ancora ancorati a Wagner. Trionfo poi ripetuto in tutti i teatri del mondo.

Il Requiem è una composizione, pur nella sua drammaticità, traboccante di bellezza e di melodia ed è, probabilmente, la più esauriente espressione del pensiero religioso ed artistico del compositore. “Lamento e supplica, timore e fede parlano qui, scrisse il famoso critico Gustavo Marchesi, un linguaggio più appassionato ed individuale di quello che siamo abituati ad ascoltare in chiesa”. Significative, a questo proposito, le parole che la Strepponi (seconda moglie di Verdi) scrisse del Requiem nel luglio del 1875: “…è proprio una emanazione della scintilla divina. Noi viventi lo sentiremo e lo sapremo ripetuto in ogni angolo del mondo civilizzato. L’avvenire lo collocherà con le ali distese per dominare tutte le musiche funebri sortite dalla mente umana…
Queste emozioni sono state trasmesse dalla esecuzione del grande tenore-artista-musicologo Placido Domingo, una delle voci più belle e tecnicamente elevate della storia della lirica, che da tempo si dedica alla orchestrazione ed alla direzione musicale con notevole successo perché l’ottantenne personaggio madrileno, sa trasmettere una capitale ed una appassionata sensibilità musicale accumulata in una appassionata e lunga ricerca filologica. La sua direzione è stata energica e pignola nel cogliere ogni sfumatura musicale, riuscendo a creare un’atmosfera particolarmente partecipativa.

Quando abbiamo detto di interpreti d’eccezione ci rivolgevamo ai cantanti: l’uruguayana Maria Josè Siri, Annalisa Stroppa, Antonio Poli e Miche Pertusi rispettivamente soprano, mezzosoprano, tenore e basso, tutti di chiara e meritata fama internazionale per aver cantato nei maggior teatri mondiali. Questo eccezionale poker di cantanti si è superato in bravura ed in finezze vocali pari alla loro fama, come l’esecuzione dell’orchestra Filarmonica Arturo Toscanini che ancora una volta ha dato prova di maestria e di notevole affidabilità confermandosi nell’élite non solo nazionale esaltando anche la bravura dei solisti, con menzione particolare per la violinista Mihaela Costea.

Abbiamo lasciato per ultimo, ma non certo per scala di meriti, il coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto dal maestro Corrado Casati che ha saputo dare a questa memorabile Messa per Requiem un colore ed una spiritualità davvero coinvolgenti. Impeccabile, come sempre, tutto il contorno degli operatori del teatro.

Luigi Carini

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