Volti nuovi in consiglio, Brianzi “Sono pronto a mettere al servizio della città le mie competenze”

Alcuni rientri illustri ma anche diversi volti nuovi comporranno il nuovo consiglio comunale di Piacenza per i prossimi cinque anni. Il trionfo del civismo, gli exploit di neofiti di partito, la voglia dei giovani di mettersi in gioco hanno concorso a dare una ventata di novità al “parlamento cittadino”.

Nelle file del Pd Salvatore Scafuto, Sergio Ferri, Andrea Fossati, Tiziana Albasi, Paola Gazzolo e Paola De Micheli entrano per la prima volta in consiglio come eletti. Nella lista civica di Katia Tarasconi per sette eletti su otto è il battesimo del fuoco: Francesco Brianzi, Claudia Gnocchi, Francesco Casati, Sibilla Brusamonti, Mario Dadati, Luca Dallanegra e Angela Fugazza non hanno precedenti istituzionali, così come i due consiglieri di Piacenza Coraggiosa Serena Groppelli e Boris Infantino e Caterina Pagani di Piacenza Oltre. All’opposizione Barbara Mazza raccoglie l’eredità del padre Carlo, presidente del consiglio comunale negli anni Novanta.

consiglio comunale misto a Piacenza

Una riunione del consiglio comunale di Piacenza, foto d’archivio

A questi nomi potrebbero aggiungersene altri se per qualche consigliere arrivasse la nomina in giunta. I primi degli esclusi in maggioranza sono Costanza De Poli e Marcello Petrini (Pd), Luca Ferrari e Margherita Lecce (Civica Tarasconi), Matteo Anelli (Pc Coraggiosa), Francesco Perini (Pc Oltre), mentre all’opposizione la “panchina” è composta da Davide Bastoni (ApP), Filiberto Putzu (Liberali), Stefania Eleuteri (Civica Barbieri), Giancarlo Tagliaferri (FdI), Paolo Mancioppi (Lega).

CHI SONO I «VOLTI NUOVI»?

26 anni, musicista, docente e operatore culturale. Francesco Brianzi all’esordio fa il botto con 289 preferenze, risultando il più votato nel sorprendente successo della civica di Katia Tarasconi. Ex studente del Liceo Gioia, Brianzi si è successivamente diplomato con il massimo dei voti al Conservatorio Nicolini di Piacenza in strumenti a percussione e ha conseguito la laurea magistrale in musicologia presso l’Università di Pavia, con una tesi sul ritmo e la musica nel cinema di Wes Anderson, che gli è valsa la lode. Parallelamente all’attività professionale, Brianzi studia per un’ulteriore laurea, in Musica Applicata, sempre presso il Conservatorio Nicolini.

Francesco Brianzi

Nato e cresciuto a Piacenza, come musicista sono attivo con diversi progetti. Uno, personale, come performer, autore, compositore. Fondatore e animatore dell’associazione Ensemble Tempus Fugit, gruppo e scuola di percussioni composto da 50 soci con cui facciamo progettazione culturale e musicale, e del gruppo indie Te quiero Euridice con mia sorella Elena. Turnista per Alessandro Colpani, Glomarì e altri cantautori. Insegno nelle scuole pubbliche da quattro anni e sono un capo scout Agesci.

Perché ti sei candidato?

Sentivo la necessità di metterci la faccia in prima persona. Necessità che è nata istintivamente durante la pre-campagna elettorale: Ho fatto parte di Alternativa per Piacenza per un breve periodo, poi sono confluito nella civica di Katia Tarasconi dopo la scissione. Questa motivazione a voler dare un contributo me la sono portata dietro e si è poi tradotta in un’opportunità (e anche una responsabilità) molto grande. Mi sono candidato per mettere al servizio della città le mie competenze; sono giovane e quindi consapevole che c’è tanto da imparare, da vedere, da toccare con mano. Spero che questa prima esperienza mi lasci qualcosa in termini esperienziali.

Su quali temi ti batterai nei prossimi cinque anni?

I miei temi d’adozione sono cultura e politiche giovanili. La mia esperienza nel volontariato come scout mi ha insegnato la mentalità dello spendersi per un’ottica di servizio, soprattutto sulla base di competenze acquisite. Spero dunque di portare avanti questi due settori a me carissimi, oltre che potentissimi a livello territoriale perché Piacenza ha tanto di inespresso. Bisogna coltivarli e non ragionare a compartimenti stagni. “Cultura” deriva da “cŏlere” = coltivare, quindi la cura e la relazione stanno al centro, e lo stesso vale per le politiche giovanili. Proprio per questo mi sono candidato con Katia Tarasconi: l’approccio che abbiamo avuto come coalizione è quello della relazione e della cura.

Sei stato il più votato della tua lista, nonostante tu sia un esordiente. Qual è il segreto del tuo successo?

Parlare di successo è un po’ esagerato, ricordiamo che queste preferenze sono molto basse rispetto a quelle di 10 anni fa. Il nemico numero uno, da tutte le parti, resta l’astensionismo. Per un cittadino è complesso esprimere una preferenza, scrivere un nome sulla scheda elettorale; molti si limitano a votare per il candidato sindaco o la lista. Il fatto di essere attivo su più fronti, in contesti diversi come la musica, l’insegnamento, il volontariato credo abbiano giocato a mio favore, insieme all’aiuto di un gruppo di persone, dallo staff della comunicazione della lista ad amici, parenti che più dei manifesti sono riusciti ad aiutarmi a entrare in contatto con le persone, a creare quella “chimica” con l’elettorato che è fondamentale. Non basta essere eletti, serve avere una rete di relazioni che si costruisce in campagna elettorale ma che poi si porta avanti ed è necessaria per amministrare la città.

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